Il genere delle avventure grafiche ha, nel corso degli anni, “deciso” di farsi un lunghissimo giro sulle montagne russe: dapprima famosissimo, negli anni ‘90, con l’avvicendarsi del terzo millennio il segmento ludico è andato, inesorabilmente, calando di popolarità e interesse, in un mondo dominato da “boom boom” e fucili d’assalto. In questo “saliscendi” infinito, una delle saghe che negli anni ha sempre attratto un buon numero di proseliti, è quella di Syberia, parto della mente del compianto fumettista belga Benoît Sokal. In questa sede, analizzeremo Syberia: The World Before, ultimo capitolo rilasciato a marzo di quest’anno per PC (qui la nostra recensione) e negli scorsi giorni approdato anche su console.
Del titolo sviluppato ed edito da Microids, analizzeremo nella fattispecie la versione Xbox Series X: ecco a voi la recensione!
Un passato troppo… “presente”
Syberia: The World Before è una avventura grafica dai toni vistosamente cinematografici, incentrata sull’esplorazione degli ambienti, sul dialogo e sulla risoluzione di enigmi e puzzle di varia natura. Il titolo, premendo ancor più forte sull’acceleratore dell’osmosi cinematografica, alternerà visuali in terza persona dai focus variabili a fasi in prima persona o a visione ravvicinata, specialmente quando ci troveremo ad analizzare i “protagonisti” degli enigmi di cui il titolo è colmo. Così come già vi raccontammo all’epoca della nostra recensione PC, l’ultima fatica di Microids ci farà compiere una spola “narrativa” continua tra passato e presente, al contempo compiendo un avvicendamento tra Kate Walker, avvocatessa newyorkese e volto centrale della saga, e Dana Roze, una giovane musicista ebrea del 1937 che compirà le sue gesta agli albori del partito nazista, in una città fittizia, Vaghen, impostata per somigliare ad una classica città tedesca dell’epoca. Al centro delle peripezie, un dipinto che Kate scoprirà “per caso” con ritratta proprio Dana: il mistero? Le due donne sono due gocce d’acqua, ma gli interrogativi, ben presto, travalicheranno la semplice “coincidenza fisionomica”.
Come già specificato nell’incipit, vi raccontammo già lo scorso marzo cosa ci fosse piaciuto del titolo: un “punta e clicca” meccanicamente retrò, dall’irresistibile fascino tipico dei titoli “what if” e che fa della narrazione, lenta e senza urgenze di sorta, e dell’estetica ispirata e originale, il suo cuor battente. Dunque, da un punto di vista squisitamente meccanico-ludico, Syberia: The World Before resta un capitolo della saga pregevole e adattissimo, specialmente, ai neofiti delle avventure grafiche, grazie anche ad una certa accessibilità generale degli enigmi contro cui ci scontreremo, non solo concettuale ma più propriamente concreta data la presenza di diversi indizi e suggerimenti che sarà possibile consultare per poter “sorpassare” l’intoppo. Accessibilità che, ovviamente, potrebbe far inarcare un sopracciglio ai veterani della saga, abituati a ben altre sfide. Il resto del titolo, invece, sarà un lungo e meraviglioso viaggio dedicato alla scoperta di un passato non del tutto scomparso: Syberia: The World Before sarà colmo di dialoghi a risposta multipla, i quali ci sveleranno, se dedicheremo loro il giusto tempo, ogni “centimetro” della narrativa confezionata ad arte da Sokal. Se a livello più squisitamente contenutistico, il gioco si ripresenta praticamente identico, il cruccio di questa review è il seguente: il porting su console è riuscito oppure no?
Ingranaggi oliati a dovere
In generale, ci sentiamo di affermare senza mezzi termini che la versione Xbox Series X di Syberia: The World Before ricalca fedelmente la versione PC, non perdendo praticamente nulla a livello più squisitamente estetico ed importando a piè pari il buon impianto tecnico del capitolo disponibile su Steam e che recensimmo lo scorso marzo. Sottolineammo già, tra le tante cose, l’utilizzo di un sistema di controllo e movimento retrò, basato su di una telecamera fissa e su assi cardinali rigide. In generale, la trasposizione meccanica resterà tale e sarà valida, non generando grossi grattacapi o fastidi. Anche se resta quella sensazione di macchinosità (a dir la verità, attenuata notevolmente dal pad) alle volte “artificiosa” che di già segnalammo nella versione PC, nelle vaste sezioni dedicate all’esplorazione degli ambienti.
Per quanto concerne l’aspetto più squisitamente grafico, Syberia: The World Before in versione Series X è quasi indistinguibile dalla sua controparte PC, portando con se il bello (specialmente, la caratterizzazione degli ambienti) e il “un po’ meno bello” (in primi, una certa “manichinosità” dei volti, tendenzialmente inespressivi). Nel nostro test, è emerso qualche piccolo inceppo tecnico per quanto concerne la gestione delle luci, oltre che la presenza di qualche texture, specialmente su elementi scenici secondari, non all’altezza del resto. A livello visivo, il gioco potrà esser goduto su Series X ad una risoluzione che tocca i 4K seppur dinamici (quindi, in diverse situazioni si “abbasserà” seppur il calo sarà spesso “invisibile”). Quasi del tutto scomparsi, invece, i frequenti cali di fotogrammi riscontrati nella versione PC originale: il gameplay su Series X è scorso in modo piuttosto fluido, con un solido frame rate fissato però a 30 fps. Non un gran problema, in realtà, data la complessiva “rilassatezza” che permea l’esperienza di gioco. Se il comparto audio è meritevole di un inchino con tanto di cappello “rimosso” dal capo, data la compresenza di un pregevole tappeto sonoro ed una performance strabiliante a livello di recitazione vocale, va segnalata una certa ricorrenza di errori di natura ortografica per quanto concerne i sottotitoli, nulla che però vada ad inficiare in modo particolare l’esperienza ludica complessiva.
Concludendo…
Syberia: The World Before è un ottimo porting su Series X di una avventura grafica un po’ retro’ ma sicuramente pregevole ed ispiratissima. Un capitolo della serie che ha introdotto, rispetto al passato, tutta una serie di “micro-rivoluzioni” specialmente lato gameplay. Da un punto di vista tecnico, le performance del titolo sull’ammiraglia Xbox sono più che valide, seppur non esenti da qualche limite (primo fra tutti, il limite di 30 fotogrammi al secondo).
Dunque, un ottimo prodotto che non può mancare nella collezione personale di un vero appassionato del settore.