Son passati quasi 50 anni dal sanguinolento capolavoro targato Tobe Hooper, ma The Texas Chainsaw Massacre resta sempre e comunque modernissimo. Nella paura distribuita sotto forma di brutali mutilazioni e iconici assassini seriali, il film (in Italia tradotto con un meno “incisivo” ma pur sempre iconico “Non aprite quella porta”) dal 1974 “insegna” ai cultori dell’horror quali sono i fondamenti del terrore splatter. Ma l’horror è anche al centro dei diversi game asimmetrici multiplayer che, negli ultimi anni, sono riusciti nel loro intento di creare un vero e proprio genere dedicato, appunto, specialmente agli amanti del brivido. In questo senso, il prodotto di Sumo Digital e Gun Interactive, uscito a metà agosto, rientra appunto in questo genere seppur tenti (e vedremo in che misura riesca) di dir la sua. Comunque vada, il prodotto dovrebbe, di base, far tintinnare qualche “campanellino” ai fan di Leatherface e compagni, ma anche dell’horror tutto. Pronti alla recensione? Ecco a voi la disamina della versione PC di The Texas Chainsaw Massacre.

La paura fa… motosega!

The Texas Chainsaw Massacre è un gioco d’azione in terza persona, basato sugli ormai classici crismi del filone dei giochi di sopravvivenza multiplayer asimmetrici. Com’è facile intuire, il titolo è basato sull’omonimo classico dell’horror degli anni ’70, dal quale riprenderà ambientazioni e personaggi, sia buoni che cattivi. Per chi ignorasse il genere, essenzialmente il titolo si poggia sui classici schemi di un innocentissimo “guardia e ladri”, seppur con una variante sanguinolenta non da sottovalutare. In linea teorica, in quasi tutti i rappresentanti del settore, v’è sempre un variabile numero di sopravvissuti che, attraverso diversi trucchi ed escamotage, dovrà tentare di sfuggire dalle grinfie di un pericoloso killer (o entità, se si pensa ad esempio allo spettacolare Evil Dead), compiendo tutta una serie di azioni e micro-missioni e sfruttando vie di fuga varie ed eventuali. Ebbene, sin dalle primissime battute, The Texas Chainsaw Massacre si presenterà ai nuovi giocatori offrendo, di base, una novella caratteristica distintiva rispetto agli standard fissati dal capostipite del settore, Dead by Daylight: durante i match, non avremo infatti un singolo assassino ma un terribile trio da fronteggiare, costituito dai membri della terribile “famigliola allegra” protagonista del film, più un quarto assassino (il Nonno) governato dall’IA e che, rispettando alcune richieste, rivelerà la posizione sulla mappa dei sopravvissuti in movimento.

Una differenza non da poco, visto e considerato che ogni assassino avrà caratteristiche peculiari: ad esempio, selezionando il Cuoco potremo contare sul suo udito “sovraumano”, oppure optando per Sissy potremo al contempo sfruttare la sua agilità per inseguire gli sfortunati sopravvissutti attraverso strettoie et similia e terminarli con le sue abilità venefiche. Al contempo, il team delle vittime sarà composto da quattro elementi che, com’è lecito attendersi, dovranno collaborare per riuscire a sfuggire dalle grinfie luride di sangue e viscere dei “simpatici” Sawyer. Ovviamente, il team dei buoni sarà composto dai protagonisti del film e, anche in questo frangente, ognuno d’essi avrà un potere specifico che, come vedremo, svolgerà un ruolo ben definito nell’andazzo della partita: c’è chi potrà stordire i killer all’inseguimento, chi sarà in grado di superare ogni lucchetto ecc. Ogni personaggio potrà contare su di una singola abilità attiva e tre abilità passive che potranno essere sbloccate attraverso un albero specifico delle abilità, il quale si “nutrirà” dell’esperienza guadagnata durante le sessioni online. I perk passivi serviranno principalmente a potenziare le statistiche dei personaggi, come la forza, la resistenza ecc., utili nel corso del gioco e cruciali in alcuni mini-giochi e momenti specifici, come gli “scontri fisici” o i segmenti di fuga. Come si noterà ben presto, sarà possibile in qualche modo dare una “sterzata” ad ogni personaggio, sbloccando rami specifici dello skill tre che doneranno ai singoli protagonisti del gioco, sfaccettature specifiche della “classe” a cui apparterranno. Ogni abilità, man mano, potrà esser potenziata in uno specifico aspetto (come ad esempio la durata del cooldown o la durata dello specifico effetto), andando a rendere piuttosto profonda e strategica la “pianificazione” del personaggio.

Non aprite quella porta… troppo forte!

Ma, esattamente, come si svolge la partita? Qual è il ruolo dei singoli personaggi? Prima di passare alla nostra disamina, va specificato che il titolo, incredibilmente, non avrà un vero e proprio tutorial interattivo ma “solo” una serie di video più o meno lunghi da cui apprendere. Una scelta un po’ inconsueta e opinabile che, nella maggioranza dei casi, si tradurrà in giocatori che andranno in “trincea” senza conoscere nemmeno il button mapping generale. All’inizio di ogni match, una brutale cutscene, in cui il membro delle vittime non scelto verrà letteralmente macellato, ci introdurrà effettivamente al gioco. Nei panni delle vittime, dovremo ovviamente evitare d’esser “terminati” dai membri della famiglia Sawyer, superando labirintici stage spesso “bloccati” da serrature o da puzzle-trigger. Da questo lato della barricata, due caratteristiche saranno cruciali e ci accompagneranno per tutta la partita: la prima è sicuramente la ricerca dei medicinali per sopravvivere, visto che ognuno dei sopravvissuti avrà terribili ferite con cui fare i conti e che, lentamente, sottrarranno punti ferita inducendoli alla morte se non tamponati. L’altro aspetto cruciale sarà il rumore prodotto: correre, sbagliare i puzzle in relazione a determinate azioni ecc. produrranno tutti dei suoni che, inevitabilmente, attrarranno i “tagliagole” in agguato (o faranno svegliare il Nonno!). Questi ultimi, invece, non dovranno far altro che “tener gli occhi aperti” e ragionare sulle movenze delle vittime, in base specificatamente ai rumori e alle aree di avvistamento degli stessi. Dalla loro parte, gli assassini potranno accumulare sangue assestando colpi “chirurgici” agli sprovveduti sopravvissuti che potrà poi esser dato in pasto al succitato Nonno Sawyer che, man mano, garantirà bonus passivi sino addirittura a tracciare precisamente la posizione delle vittime sulla mappa.

In generale, se dovessimo confrontare The Texas Chainsaw Massacre con gli altri noti rappresentati del genere, potremmo tranquillamente affermare che il titolo tiene ottimamente testa ai suoi “competitor” veterani: il gioco è brutale e oscuro, con un senso di tensione (specialmente lato vittime) palpabile in ogni istante ed un design dei livelli sufficientemente intricato e interessante. Certo, si sarebbe potuto fare qualcosa in più in termini concettuali per variare quel poco che basta la formula ormai assodata in stile “guardia e ladri”, vista e considerata anche una proverbiale “carenza da day one” di contenuti (vi saranno solamente tre mappe. The Texas Chainsaw Massacre, infatti, avrà dalla sua un gameplay meccanicamente solido e divertente, ma di certo non particolarmente originale o personale. Una mancanza di personalità oggettiva che, a conti fatti, ha un suo peso anche nel gameplay complessivo: ad esempio, un giocatore esperto proveniente da altri titoli del settore, una volta memorizzata la conformazione delle location, avrà una vita molto più facile rispetto ad un neofita (un problema che, però, ad onor della cronaca, è imputabile a praticamente tutti o quasi gli appartenenti al segmento ludico). A questo si aggiunga anche una più che prevedibile imperfetta equilibratura generale dei personaggi e delle meccaniche (con l’ago della bilancia che tenderà spesso e volentieri dalla parte dei killer). Due “pesetti” che incidono non poco, “aggravati” da un altro fattore da considerare, ovvero lo stato del complessivo matchmaking, il quale riuscirà difficilmente a creare dei team equilibrati in termini di “ore di gioco”: in questo senso, spesso le partite vedranno contrapporsi personaggi dai differentissimi livelli di potenza, andando quindi inesorabilmente ad inficiare il risultato del match.

Sublime squartamento

Tecnicamente parlando, invece, il lavoro profuso da Sumo Digital è sicuramente di buon livello: le ambientazioni sono tetre e “viscerali” al punto giusto e ripropongono, con “macabra” fedeltà, le location del film originale. Il passaggio dal buio della casa, al “rosso-sangue” del seminterrato passando per l’assolata quiete delle campagne texane, è sicuramente un pregio che va ampiamente riconosciuto agli sviluppatori. Una pregevolezza che confluisce anche nel reparto sonoro, probabilmente il “climax” artistico-tecnico del gioco: il rumore della motosega di Bubba (a tal proposito, gli sviluppatori si son procurati lo stesso “arnese” del film per campionare i suoni!), il “respiro” orrorifico del Nonno dormiente, i “motivetti” canticchiati di Sissy ecc., saranno il vero fiore all’occhiello della produzione.

Un fiore “malsano” visto che, a conti fatti, è proprio il comparto sonoro il “galeotto fu” dell’esplosione tensiva generale del gioco che, a conti fatti, sarà il vero motivo del “coming back”. Per quanto concerne le prestazioni, in generale The Texas Chainsaw Massacre si comporta piuttosto bene anche su gaming rig non particolarmente potenti, singhiozzando un po’ in alcuni frangenti (come alcuni cali di frame “di fabbrica” durante alcuni “colpi di grazia” o mini-giochi specifici).

Concludendo…

Non è una rivoluzione, ma una solida alternativa ai “volti noti”: potremmo riassumere così The Texas Chainsaw Massacre che amplia il canonico “guardia e ladri” dello specifico segmento ludico, ad una sfida a squadre tra killer e vittime. Il gioco è tetro, violento e caratterizzato da una componente ruolistica di tutto rispetto. Qualche problema di carattere concettuale e una certa limitatezza dei contenuti ne offuscano un po’ la sua “malvagia” luce ma, di base, il gioco c’è e si vede. Con una buona roadmap e, perché no, qualche intelligente variazione al tema, The Texas Chainsaw Massacre potrebbe tranquillamente ambire al trono degli horror asimmetrici.

CI PIACE
  • Aprite quella porta!
  • Artisticamente “viscerale”
  • Gameplay elaborato e tensivo al punto giusto…
NON CI PIACE
  • …ma manca di originalità
  • Qualche problema di bilanciamento generale
  • Matchmaking da affinare
Conclusioni

The Texas Chainsaw Massacre è un aspirante al trono e questo è innegabile: per gli amanti del genere, il prodotto di Sumo Digital e Gun Interactive è brutalmente divertente e artisticamente “affascinante”, donando finalmente giustizia ad un classico dell’horror sino ad ora rimasto un po’ nell’ombra. Il gameplay, che vedrà due squadre fronteggiarsi, non avrà nessun particolare guizzo di originalità, ma poggerà le sue basi sui classici canoni del settore qui riproposti in modo comunque sia in modo meccanicamente egregio. V’è qualche traversia tecnica e concettuale nella formula miscelata dagli sviluppatori, ma nulla che un concentrato labor limae non possa archiviare: dunque, il futuro del gioco, a patto di una roadmap “pregna”, è sicuramente… inquietante!

8.3Cyberludus.com

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