Call Of Duty sta faticando. A onor del vero, sta faticando da anni. Nonostante gli “oneri” dello sviluppo passino ora di mano tra ben quattro studi – Infinity Ward, Treyarch, Sledgehammer Games e Raven Software – le schiaccianti richieste di rispettare un ciclo di uscite annuali hanno, chiaramente, consumato ciò che un tempo rendeva deliziosa la venerabile serie di sparatutto a sfondo militare. Se da un lato abbiamo sperimentato capitoli di spicco, come il “soft reboot” operato da Modern Warfare, coadiuvato dall’incredibile successo di Warzone – rilasciato in pieno lockdown, dall’altro è ormai palese che il colosso neo acquisito da Microsoft stia faticando a proporre capitoli della serie davvero di spessore.
Quest’anno è il turno di Sledgehammer, che prende il testimone dal rifacimento di Modern Warfare II del 2022 realizzato da Infinity Ward e cerca di completare una storia che, a volerla dire tutta, non aveva bisogno di essere raccontata di nuovo.
Abbiamo ricevuto un codice review PC di quello che, quest’anno, è più considerabile un DLC che un gioco vero e proprio. Come di consueto, siamo pronti a fornirvi il nostro responso ufficiale.
La peggior campagna della storia di Call of Duty?
Chiamare la campagna poco convincente è riduttivo: la modalità giocatore singolo di Modern Warfare III ha una durata di circa sette-otto ore, se si è fortunati.
Dopo l’ultimo titolo, dell’anno scorso, le cose iniziano in modo abbastanza interessante, con una missione di estrazione centrata su un gulag isolato che fornisce almeno una leggera svolta narrativa. Ma, ben presto, l’esperienza assumerà una connotazione fin troppo familiare, che corrisponde al solito “spara e corri”, dove ci ritroveremo ad abbattere forze nemiche senza volto, passando tra i protagonisti quasi ad ogni capitolo mentre la storia cerca di costruire un epilogo significativo. Purtroppo, il titolo fallisce miseramente in tal senso.
In difesa di Sledgehammer, lo studio vuole chiaramente fare di più qui. La più grande aggiunta è l’introduzione di missioni di combattimento aperte, destinate a spostare la campagna lontano dalla tendenza della serie a corse glorificate nei corridoi, a favore di mappe “ad ampio respiro” con obiettivi multipli che possono essere affrontati in qualsiasi ordine. Ha del potenziale, peccato che gli obiettivi risultino tutti fin troppo simili tra loro – dal taggare alcune casse con il GPS, distruggere un certo numero di cose – e da una mancanza di reale “tensione”. C’è l’illusione di poter provare approcci diversi per raggiungere i diversi obiettivi, ma in realtà si tratta di scontri incredibilmente tediosi: non ha senso cercare di procedere furtivamente, ad esempio, quando gruppi di nemici sono concentrati intorno a ogni obiettivo. Uno sparatutto a mappa aperta non dovrebbe essere noioso o prevedibile ma, Modern Warfare III, sfortunatamente lo è.
La solidità dell’online basterà?
Anche l’offerta ludica relativa al multiplayer di Modern Warfare III sembra abbastanza “trascurata”, riciclando in gran parte mappe e modalità dal predecessore. Cutthroat, una “nuova” modalità a nove giocatori – suddivisi in tre squadre da tre giocatori – cerca di introdurre una componente strategica basata sulle squadre, ma alla fine sembra solo un aggiornamento del già visto Gunfight. A parte questa flebile novità, quasi tutto il resto è l’emblema del “già visto, già fatto”. Nel frattempo, la modalità Zombie rimane una delizia condita dalla solita follia, abbandonando la serietà della campagna e del multiplayer competitivo per una battaglia PvE contro orde di non morti. Tuttavia, un passaggio a mappe più grandi e obiettivi di estrazione crea un’esperienza che sembra più una combinazione di Warzone con la DMZ. Non impressiona più come una volta, e le partite eccessivamente lunghe – stiamo parlando di quasi 45 minuti – la privano di qualsiasi divertimento residuo.
Bisogna comunque dare dei meriti: il titolo nella componente multiplayer “standard” continua a divertire, soprattutto grazie ad un gunplay sempre efficace e capace di rendere ogni partita incredibilmente appagante, rapida ed emozionante. Sia giocato con lo standard mouse e tastiera, sia sfruttando un pad, Modern Warfare III rimane, tutt’ora, uno dei titoli multiplayer di riferimento nell’ambito degli shooter in prima persona. Peccato che non sia abbastanza.
I problemi della “master race”
Dobbiamo affrontare l’argomento: lo spazio occupato su disco da Call of Duty sta diventando ingestibile: Modern Warfare III occupa più di 200 GB, ma questa è solo la dimensione del download, visto che avremo bisogno di ancora più spazio per i file da installare.
Nonostante questo, il gioco riesce comunque a regalare un buon colpo d’occhio. Il gioco è altamente scalabile nella sua parte grafica e, seppur non raggiungendo i picchi qualitativi del primo capitolo di Modern Warfare (che rimane il migliore nelle iterazioni moderne di Call of Duty), riesce comunque a proporre un quantitativo di mappe ben caratterizzate sul fronte puramente visivo.
Le fattezze dei personaggi, principali e non, è altresì ottima, anche se la quantità di modelli “trash” nel multiplayer, tra cui alcuni operatori di cui avremmo fatto volentieri a meno, rovina un po’ il quadro generale nelle partite online.
Concludendo…
Risulta ormai evidente la necessità di una pausa. Il primo capitolo di Call of Duty post-acquisizione Activision Blizzard da parte di Microsoft è, probabilmente, uno dei capitoli più mediocri dell’ultimo decennio, caratterizzato da una campagna insufficiente e da una componente multiplayer forse priva di reali spunti e “pigra” sotto molti punti di vista. Un vero peccato che Modern Warfare III abbia chiuso in questa maniera poco meritevole la trilogia, visto che si poteva tranquillamente offrire una qualità maggiore nelle diverse modalità proposte.