Da più di un decennio, il segmento “Early Access” di Steam è probabilmente il vero cuor battente della piattaforma di digital delivery targata Valve. Uno “scrigno” per tutti i gusti che alle volte contiene preziosi, alle volte… no. Deck of Souls, il titolo in Accesso Anticipato di cui parleremo in questa sede, è un titolo “semplice” ed ambizioso allo stesso tempo, in grado di mescolare le carte (è il caso di dirlo!) in un modo piuttosto personale.
La “mano” sarà forte o finirà in un bluff? Scopriamolo insieme!
Carte ed anime
Deck of Souls è gioco in due dimensioni di strategia incentrato sulle carte, con forti elementi roguelite e ruolistici. Naturalmente, si tratta di una formula da tempo collaudata e, sebbene Deck of Souls non faccia nulla di particolarmente innovativo, è bene sottolinearlo subito, propone una sua visione del genere ben costruita ed amalgamata. E non solo: il titolo sviluppato da Bigboot Studios ed edito da HeroCraft PC, avrà dalla sua anche una trama a fare da sfondo alle nostre peripezie: il gioco comincerà con la nostra caduta negli inferi che, come scopriremo, sarà un piano “oscuro” del temibile Re dei non-morti che, ben presto, ci abbandonerà al nostro destino nelle dimenticate lande infernali. La storia, essenzialmente, è nascosta nei dialoghi con gli npc, con possibilità di risposta multipla “estetica”, che incontreremo e che, sostanzialmente, bastoneremo senza pietà. C’è una storia di divinità, di agenti ribelli, di poteri superiori e di redenzione che, nella sua semplicità, risulterà piuttosto gradevole. Le premesse narrative, ci introdurranno velocemente al fulcro ludico del gioco che, come vi racconteremo più avanti, si rivela piuttosto divertente e assuefacente.
Ma come “batte” il cuore di Deck of Souls? Il gameplay del titolo, sostanzialmente, si sviscera in modo “semplice”, seppur dominare il “tavolo da gioco” sarà tutt’altra faccenda. Nonostante la presenza di tre classi, un guerriero, un ladro ed un mago, all’inizio avremo facoltà solo di scegliere lo spadaccino pesantemente corazzato. Ognuna delle classi “obbedirà” ad una classica suddivisione delle capacità in statistiche passive (forza, costituzione, intelligenza ecc). Se volessimo ridurre all’osso l’andazzo ludico del gioco, diremmo che Deck of Souls si traduce in una serie di combattimenti a turni sviluppati in orizzontale, in cui si pescano e si giocano carte, che nel gioco saranno null’altro che le nostre abilità, contro una serie di nemici ben disegnati. Avremo facoltà di giocare una singola carta per ogni nemico, quindi i combattimenti sono piuttosto equi e bilanciati. Come molti giochi del genere, il successo di Deck of Souls si basa sulla costruzione di un mazzo di carte che si combinano tra loro, sul sapiente utilizzo della stamina (la “valuta” che ci permetterà di utilizzare effettivamente le carte) e, naturalmente, la difesa dell’altrettanto canonica barretta rossa coi punti ferita.
Spade, magie e… mazzi
I combattimenti e gli incontri sono collegati tra loro su una mappa in stile Faster Than Light. È possibile vedere che tipo di incontro ci aspetta, che si tratti di un combattimento, di un incontro casuale, di una possibilità di salire di livello, ecc. – e scegliere il percorso ottimale. Sconfiggendo i nemici si ottengono anime di vario tipo, che possono essere utilizzate per aumentare le statistiche o l’equipaggiamento del personaggio, che potrà esser “vestito” di tutto punto in un classico stile ruolistico. Ed è qui che giace la particolare commistione di generi che Deck of Souls nasconde al suo interno: difatti, a prim’occhio il gioco potrebbe apparire come un canonico deck-building ma ben presto risalterà al nostro sguardo l’essenza roguelike, grazie alla “necessaria” ripetizione delle run e, soprattutto, all’ottenimento di svariati “vantaggi” dopo ognuna di esse.
Inoltre, come già specificato, il titolo di Bigboot Studios strizza l’occhio anche agli rpg hardcore, e specificatamente a quelli derivativi dell’opera maxima di From Software, tramite l’utilizzo delle succitate anime, che si tradurranno in valuta di gioco per comprare nuove carte, oggetti di varia natura, e per migliorare quest’ultimi. Naturalmente, protagoniste del gameplay saranno le carte e, com’è logico attendersi, la costruzione oculata del nostro deck sarà fondamentale per la buona riuscita della nostra infernal impresa. Ad inizio partita ci verranno regalate carte casuali in base alla classe che abbiamo scelto: abbattendo nemici e spendendo le anime così ottenute, potremo acquisire carte via via più potenti e speciali. In generale, Deck of Souls risulterà piuttosto divertente e sicuramente longevo, non solo per la “casualità” generale che domina il titolo, ma anche per il buon ventaglio di carte fra cui potremo pescare.
Nonostante come detto non vi sia nessuna rivoluzione videoludica in atto, il gioco si mostra già adesso come un valido “avversario” per i veterani del gioco, che troveranno in esso una sfida tutto sommato impegnativa, ma anche e soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al genere. Certo, essendo in Early Access, non vi sarà una grandissima varietà di nemici, oggetti, location e modalità, ma è probabilmente solo una questione di tempo.
Mente estetica
Forse, la caratteristica più peculiare del titolo di BigBoot Studios è proprio la sua estetica. Deck of Souls è gradevolmente pixeloso, ma abbastanza dettagliato per capire cosa si sta guardando ed averne un’idea piuttosto precisa. L’estetica del gioco appare colorata e “leggera”, senza essere pesante o “fastidiosa” (eccezion fatta per l’interfaccia utente, probabilmente un po’ troppo “basica”), che ben si mescola con un’atmosfera inaspettatamente e paradossalmente cupa e tragica.
Data l’estrema “semplicità” tecnica del gioco, Deck of Souls non darà particolari grattacapi nemmanco ai gaming rig più zoppicanti, offrendo prestazioni solide e caricamenti quasi inesistenti. In ultima istanza, una particolare menzione anche al comparto sonoro: la musica è ottima, seppur limitata numericamente, e contribuisce a creare un’atmosfera fantasy e cupa.
Concludendo…
Non è una rivoluzione, ma un ottimo punto di partenza: Deck of Souls offre un’esperienza ludica piuttosto personale, mescolando in sé diversi generi ludici. E’ un gioco di carte, ma anche uno di ruolo con forti tinte roguelite: dunque, un’esperienza di già convincente limitata, naturalmente, solo nei contenuti (ma è un “classico” dei titoli in accesso anticipato). Ad un prezzo piuttosto accessibile, il titolo di BigBoot offre divertimento ed una certa longevità, sia per i veterani dei giochi di carte, sia per chi si avvicina per la prima volta al settore. Consigliato!