Ci siamo. Dopo mesi di indiscrezioni, leak e supposizioni, Sony ha finalmente svelato ufficialmente la tanto attesa PlayStation 5 Pro, confermando ciò che ormai sembrava inevitabile: l’arrivo della console mid-gen più chiacchierata degli ultimi tempi. L’annuncio, affidato a una presentazione tecnica a cura di Mark Cerny, ha posto fine a un periodo di rumor sempre più insistenti, culminati in speculazioni sui presunti design e specifiche trapelati online. Cerny, con il suo solito approccio, ha prima ripercorso il percorso della PS5 fin dal suo lancio, per poi rivelare l’evoluzione che rappresenta questa nuova versione Pro. Ma prima di tuffarci nel dettaglio delle specifiche e delle novità tecnologiche, ma soprattutto di analizzare l’aspetto “folle” di tutta questa presentazione (spoiler: il prezzo) vediamo cosa rende questa console un vero e proprio punto di svolta per il futuro di PlayStation.

Parola d’ordine: upscaling

Sulla carta, PS5 Pro introduce una serie di miglioramenti tecnici pensati per offrire ai giocatori un’esperienza ancora più fluida e coinvolgente. Partiamo subito dalla novità più interessante, tra quelle annunciate durante questa presentazione tecnica, ovvero una nuova tecnologia di upscaling guidato dall’IA, chiamata PlayStation Spectral Super Resolution. Questa funzionalità utilizza un sistema di apprendimento automatico per migliorare la nitidezza delle immagini, aggiungendo un livello superiore di dettaglio ai giochi, garantendo una qualità visiva superiore. Grazie a questa tecnologia, i giocatori potranno godere di immagini più definite e realistiche, migliorando ulteriormente l’esperienza di gioco.

Altri miglioramenti includono il PS5 Pro Game Boost, applicabile a oltre 8.500 giochi PS4 retrocompatibili giocabili su PS5 Pro, funzionalità atta a stabilizzare e migliorare le prestazioni dei giochi PS4 e PS5 supportati. PS5 Pro verrà lanciata anche con la più recente tecnologia wireless, Wi-Fi 7. Saranno inoltre supportati VRR e il gaming in 8K.

La GPU di PS5 Pro ora dispone del 67% in più di unità di calcolo rispetto alla console PS5 attuale e una memoria più veloce del 28%. Complessivamente, questo permette un rendering fino al 45% più veloce durante il gameplay, rendendo l’esperienza molto più fluida.

Molti giochi saranno aggiornati gratuitamente con patch per sfruttare al meglio le funzionalità della console. Questi titoli saranno identificati con l’etichetta PS5 Pro Enhanced all’interno del loro nome. Alcuni giochi da tenere d’occhio includono titoli dei PlayStation Studios e di terze parti, come Alan Wake 2, Assassin’s Creed: Shadows, Demon’s Souls, Dragon’s Dogma 2, Final Fantasy 7 Rebirth, Gran Turismo 7, Hogwarts Legacy, Horizon Forbidden West, Marvel’s Spider-Man 2, Ratchet & Clank: Rift Apart e The Last of Us Part II Remastered, e molti altri.

Altri miglioramenti sono indirizzati a quello che riguarda il ray tracing, ora in grado di offrire riflessi e rifrazioni della luce più dinamici: questo permette ai raggi di essere calcolati al doppio, e in alcuni casi al triplo, della velocità rispetto alla PS5 attuale.

“Vertical stand sold separately”. Sipario.

La PlayStation 5 Pro si presenta sul mercato europeo al prezzo di 799,99 euro. All’interno della confezione troveremo un SSD da 2TB, un controller DualSense e una copia preinstallata di Astro’s Playroom, proprio come su PS5. Tuttavia, chi desidera aggiungere il lettore ottico dovrà acquistarlo separatamente, portando il costo complessivo della console a circa 920€. Inoltre, lo stand non sarà incluso nella confezione e, per chi volesse aggiungerlo, sarà necessario spendere ulteriori 30€, portando il prezzo totale della PS5 Pro a 950€.

Una presentazione sbagliata

Bene, se siete arrivati a questo punto, nella lettura del prezzo, avrete già intuito dove vogliamo arrivare. Non è solo l’aspetto – oggettivamente folle – della collocazione sul mercato (800 euro per il mercato europeo, senza lettore ottico e stand, che porterebbe il prezzo complessivo a 920 euro) a destare preoccupazione, ma anche il tono della presentazione, che ha assunto, sotto molti aspetti, una forma quasi grottesca.

Paradossalmente, la presentazione di PS5 Pro si è concentrata su titoli first party cross generazionali. È paradossale vedere una tech demo che mette in evidenza miglioramenti su giochi come The Last of Us Parte II, un titolo originariamente per PS4 e successivamente rimasterizzato per PS5. Questo solleva interrogativi sul vero valore aggiunto di PS5 Pro, quando la showcase dei suoi miglioramenti si basa su giochi che già hanno avuto un trattamento di upgrade significativo. L’effetto grottesco è accentuato dal contrasto tra l’innovazione tecnologica dichiarata e il focus su titoli che, per quanto eccellenti, sono ormai parte del passato recente di PlayStation. In questo contesto, sembra che Sony stia cercando di vendere una visione futuristica, ma le sue dimostrazioni si ancorano a un repertorio di giochi che rischia di far sembrare PS5 Pro una soluzione per un problema che i giocatori già hanno superato.

A questo aspetto si aggiunge la desolante situazione riguardante annunci ed esclusive. Come abbiamo già evidenziato nel nostro precedente editoriale sulla crisi dei live service e il flop di Concord, Sony si ritrova in una fase di “silenzio stampa” per quanto riguarda i suoi principali studi first party, senza annunci significativi sulle prossime esclusive, che dovrebbero essere il motore trainante delle vendite di una console. In questo contesto surreale, Sony ha scelto di presentare una console mid-gen, mostrando dettagli aggiuntivi su titoli che, già di per sé, sono tecnicamente impressionanti su una PS5 base.

Troviamo surreale che parte della demo tecnica di PS5 Pro, si sia concentrata su un titolo lanciato su PS4.

È difficile non percepire una certa dissonanza tra le ambizioni tecnologiche di PS5 Pro e la realtà del mercato. Dettagli come i miglioramenti nei riflessi di un vetro in una torretta di una ex esclusiva PS4 possono apparire irrilevanti per il pubblico, che potrebbe essere più interessato a nuove esclusive che giustifichino l’acquisto di una console così costosa. Le esclusive sono sempre state il traino di una generazione di console, e se queste iniziano a scarseggiare, con che coraggio si può presentare una console di metà generazione a un prezzo che, peraltro, appare del tutto ingiustificabile? Il contrasto tra la promessa di innovazione e la mancanza di contenuti esclusivi significativi lascia un senso di delusione, facendo sembrare PS5 Pro più una risposta affrettata a una crisi di contenuti piuttosto che un passo audace verso il futuro del gaming.

Concludendo…

È innegabile, la conferenza ci ha lasciati di stucco, ma non per motivi positivi. Gli ultimi frame dedicati alla fascia di prezzo, eccessivamente premium, con cui la console verrà proposta sul mercato, ci hanno davvero lasciati senza parole. Resta ora una grande curiosità: la reazione del mercato. Se dal 26 settembre, data dell’apertura dei preorder, Sony dovesse macinare grandi numeri, ci troveremmo di fronte a un quadro inquietante: l’azienda giapponese potrebbe davvero dettare legge nel mercato delle console, acquisendo una sorta di monopolio che le permetterebbe di fare praticamente qualsiasi cosa ai suoi utenti. È una situazione che richiama il modello di fidelizzazione di Apple, dove ogni nuovo smartphone viene lanciato a prezzi folli e apparentemente irragionevoli.

Da un lato, speriamo che la voce del pubblico, al momento globalmente negativa e caratterizzata da un numero elevato di dislike e commenti critici sui video di presentazione, mantenga le sue convinzioni e lanci un segnale forte a Sony. D’altro canto, è inspiegabile perché il lancio di questo upgrade di console non sia stato accompagnato da qualche esclusiva di spessore. Dove sono finiti i vari progetti come Wolverine e le nuove produzioni di Santa Monica e Naughty Dog?

È l’ennesima scelta discutibile di Sony, che dal lancio di PS5 sembra aver smarrito completamente la via perseguendo scelte comunicative completamente sbagliate.

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

1 COMMENTO

  1. Disamina eccellente. Mi trovo totalmente d’accordo con la tua analisi e hai colto un aspetto molto importante: il fatto che gli utenti debbano assolutamente mantenere fede a quanto manifestato durante la conferenza. Sarebbe assurdo che una console del genere, del tutto fuori mercato non tanto per i motivi legati al suo prezzo (che, personalmente, ritengo eccessivo), quanto per la totale carenza di esclusive in grado di giustificarne l’esborso monetario, riuscisse a vendere, diventando di fatto una succursale della politica economica di Apple. Torno al mio amato PC, che è meglio.

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