Probabilmente, nel variopinto universo videoludico, il genere dei titoli d’orrore non è quasi mai sprovvisto di novità, pietre angolari e avventure al cardiopalma. E, naturalmente, v’è una certa “eccitazione” se a dir la sua nel settore, ci pensi una “big” come Supermassive Games. Il titolo di cui ci occuperemo in questa sede è ovviamente The Casting of Frank Stone, pubblicato da Behaviour Interactive e creatura che ambienta le proprie movenze nel cupo e violento mondo di Dead by Daylight.
Ma è tutto “sangue” quel che luccica? Ecco a voi la recensione di The Casting of Frank Stone nella sua versione Steam!
Il buio e l’orrore
The Casting of Frank Stone è una avventura in terza persona dalle forti componenti esplorative e punta e clicca, che si abbraccia al genere (fortunatamente mai estintosi del tutto) delle avventure grafiche. Naturalmente, come già anticipato, il gioco fa sua una forte componente horror che pervade, dalle battute iniziali sino ai titoli di coda, l’intera produzione. Com’è d’uopo attendersi da una produzione Supermassive, il cuor battente della produzione sarà naturalmente la linea narrativa. Il titolo si svolge in tre segmenti temporali distinti: 1963, 1980 e 2024. Nel 1963, Frank Stone è nel bel mezzo della sua furia omicida in una dormiente cittadina americana. Nel 1980, un gruppo di giovani sta cercando di girare un film horror nello stesso mulino in cui Frank Stone ha commesso il suo omicidio. E nel 2024, un gruppo di persone che apparentemente non hanno nulla in comune si ritrova in un elegante maniero nell’Inghilterra rurale.
Come molti dei precedenti giochi Supermassive, The Casting of Frank Stone inizia con un prologo ambientato nel passato. Prendiamo il controllo dell’agente di polizia Sam Green mentre indaga su un bambino scomparso e la sua ricerca lo porta alla Cedar Steel Mill. Alla fine trova l’operaio dell’acciaieria, Frank Stone, che sta eseguendo una sorta di rituale e sta per gettare il bambino nella fornace dell’acciaieria. A seconda delle nostre scelte e del successo dei quick time event, i veri “protagonisti” del gioco, riusciremo ad uccidere Frank Stone prima o dopo aver sacrificato il bambino. Il gioco passa quindi da un periodo temporale degli anni ’80 al presente, dove controlleremo due personaggi in ciascuno di essi. Di lì, naturalmente, un turbinio di momenti tensivi, scelte (anche alle volte “impensabili”) e tutti i classici ingredienti che compongono un’avventura degna di questo nome.
Fughe, scontri e scelte
In linea generale, la trama ordita da Supermassive è di buon livello ed ha, addirittura, diversi finali ottenibili ed una chirurgica rigiocabilità, grazie ad una modalità che sbloccheremo alla fine e che ci consentirà di rigiocarci (dialoghi compresi) un particolare punto della storia. La linea di trama che lega tutti i diversi protagonisti negli altrettanto differenti segmenti temporali, resta sempre viva e palpitante in ogni istante, seppur vi sia una certa discontinuità tensiva tra i vari segmenti narrativi, con il terzo atto che sembra un po’ più “superficiale” rispetto agli altri. Il gioco, tra le altre cose, fornisce anche una spiegazione verosimile sul perché della “routine omicida” di Dead By Daylight, oltre che “crescere” passando da un classico horror slasher sino a tematiche “universali”. Dunque, l’avventura ordita da Supermassive è interessante, tensiva al punto giusto e farà sicuramente felici gli amanti dell’horror cinematografico, seppur anch’essa non sia, come detto, perfetta anche per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi, alcuni sin troppo “basici”.
Per quanto concerne il lato più prettamente ludico, The Casting of Frank Stone, come detto, vedrà il giocatore esplorare con una visuale in terza persona, ambientazioni tetre e cupe, alla ricerca di indizi, oggetti collezionabili e “chiavi” per risolvere enigmi e misteri vari, in pieno stile avventura grafica. Le scelte che compiremo, il più delle volte attraverso scelte di dialogo e quick time event, avranno com’è intuibile un impatto definitivo sullo svolgersi della trama. Impatto che, ad esempio, potrebbe lasciar irrisolto un particolare dettaglio della storia oppure, addirittura, veder passare a miglior vita uno dei protagonisti del gioco. In generale, il loop ludico del prodotto Supermassive, per quanto tutto sommato sufficiente a traghettarci tra uno spezzone e l’altro della trama, sarà comunque piuttosto ripetitivo strumentalmente (maledetti generatori rotti!) e a tratti “vuoto” (specialmente, in alcune sezioni esplorative). Va sottolineato che il titolo potrà essere giocato in cooperativa locale, il che rende l’esperienza sicuramente più di impatto (ma, ahi noi, si sente la mancanza del cooperativo online).
Tecniche di sopravvivenza
Da un punto di vista tecnico, il titolo ordito da Supermassive è un po’ un’enorme montagna russa. Se da un lato, il segmento estetico è sicuramente di alto impatto e pregio, anche grazie ad un continuum di inquadrature e tagli altamente cinematografici, un ottimo utilizzo delle luci ed un fantastico lavoro di dettaglio “temporale” delle varie fasi e realizzazione dei volti, dall’altro il titolo soffre di uno status tecnico non ancora in piena forma.
Testato con un PC di fascia media, il gioco ha mostrato diverse volte il fianco, specialmente per quanto concerne caricamenti e fluidità generale. Vanno aggiunti al novero anche degli sporadici crash ma, fortunatamente, gli sviluppatori sono di già al lavoro per correggere e modificare la situazione. Per quanto riguarda il comparto audio, The Casting of Frank Stone ha un’ottima colonna sonora, ma anche l’effettistica sarà di altrettanto pregevole realizzazione e sarà divertente, per i fan, riconoscere i vari effetti sonori di Dead by Daylight. Naturalmente, com’è ormai tradizione di Supermassive, anche la complessiva recitazione vocale sarà di altissimo livello e in grado di trascinare il giocatore attraverso ogni sezione del gioco.
Concludendo…
The Casting of Frank Stone è un’ottima avventura grafica dalle forti tinte horror, in grado di “saziare” la fame di “sangue” degli appassionati del settore. Il gioco, sia chiaro, non è perfetto e mostra il fianco, parzialmente, sia da un punto di vista tecnico che più meramente ludico, ma la produzione, in generale, è di alta qualità e godibilità. La storia c’è, la rigiocabilità pure e il gameplay, per quanto un po’ ripetitivo e limitato, riesce comunque a trascinare il giocatore tra un segmento e l’altro della storia. Un ottimo prodotto, consigliato anche a chi non abbia mai saggiato Dead By Daylight.