Dopo aver rinnovato la sua formula con i capitoli quarto e quinto, la serie Sniper Elite sembra aver perso un po’ del suo slancio con Sniper Elite: Resistance. Questo nuovo episodio, pur mantenendo intatto il nucleo gameplay che ha reso la saga famosa, si presenta più come un’espansione che come un vero e proprio capitolo a sé stante. Nonostante alcuni momenti di brillantezza, Resistance fatica a giustificare la sua esistenza, soprattutto considerando il prezzo pieno a cui viene offerto.

Abbiamo provato il titolo nella sua versione PC, alternando momenti di gameplay anche sul nostro fido Steam Deck, e possiamo confermare che l’ottimizzazione del gioco è uno dei suoi punti di forza. Su PC, il titolo gira in modo fluido e stabile, mentre sul Deck mantiene una buona fluidità e una resa visiva più che accettabile, rendendo l’esperienza handheld piacevole e accessibile.

Ma al di là della tecnica, Sniper Elite: Resistance riesce a mantenere vivo il fascino della serie, o si tratta di un passo indietro? Scopriamolo insieme in questa recensione sul titolo Rebellion

Si torna a cecchinare nazisti

In Sniper Elite: Resistance vestiremo i panni di Harry Hawker, un soldato alleato incaricato di sventare un progetto segreto nazista. Peccato che il pretesto narrativo sia già stato visto e rivisto, e che venga raccontato con una piattezza disarmante. I briefing delle missioni si riducono a foto sgranate e una voce fuori campo anonima, mentre le rare cutscene si rivelano scialbe e prive di mordente.

Anche la Resistenza francese, che avrebbe potuto aggiungere profondità alla trama, viene relegata a un ruolo marginale. Se Karl Fairburne non era certo un modello di carisma, Hawker riesce a essere persino più insipido, con battute fuori luogo che spezzano qualsiasi tensione. Il risultato è una campagna che, pur offrendo qualche momento di divertimento, non lascia il segno.

Libertà d’azione e sperimentazione, ma l’innovazione?

Fortunatamente, il level design rimane uno dei punti di forza della serie. Le mappe aperte offrono ancora quel mix di libertà e pianificazione che ha sempre caratterizzato la saga di Sniper Elite. Tuttavia, l’offerta contenutistica è piuttosto risicata: la campagna si compone di nove missioni, di cui una è un finale affrettato e un’altra è riciclata. Tra i livelli più riusciti spicca Fort Rouge, ambientato in un paesino francese devastato dalla guerra, mentre un’altra missione interessante si svolge tra vigneti, un château e un grande mulino a vento. Purtroppo, l’ambientazione francese rischia di risultare fin troppo familiare per chi ha già giocato al quinto capitolo, e la scarsa densità di nemici si traduce in un’esperienza più breve del previsto: con circa 12 ore di durata, Resistance si avvicina più a Sniper Elite 3 che ai capitoli più recenti.

Il vero cuore pulsante di Sniper Elite: Resistance risiede nelle sue mappe, che continuano a offrire un’ampia libertà d’approccio. Ogni missione si sviluppa in ambienti aperti con molteplici percorsi, obiettivi opzionali e pattuglie nemiche che sorvegliano punti strategici. Gli appassionati dell’esplorazione vengono premiati con incarichi nascosti, mentre la possibilità di sbloccare punti di infiltrazione incoraggia a rigiocare le missioni in modi diversi. Le opzioni di approccio sono numerose: si può piazzare una mina su un cadavere per attirare un’intera squadra, sabotare un cannone antiaereo con una carica esplosiva, o colpire un cecchino alle spalle dopo essersi arrampicati su una vite. La libertà d’azione e il ritmo delle missioni restano i punti di forza della serie, e in questo capitolo il piacere di improvvisare e sperimentare non viene meno.

Purtroppo, il sistema di movimento fatica ancora a stare al passo con l’ambizione delle mappe. L’interazione con l’ambiente è spesso limitata da restrizioni arbitrarie: piccoli ostacoli risultano insormontabili, mentre appigli che sembrerebbero raggiungibili rimangono inaccessibili. In un gioco che dovrebbe incentivare l’esplorazione verticale, ci si ritrova troppo spesso bloccati da limiti invisibili, con tetti e punti di osservazione che sembrano pensati apposta per il cecchinaggio, ma che il protagonista si rifiuta di scalare. Questa rigidità continua a essere un freno all’esperienza.

Cecchinaggio e kill cam: sempre spettacolari

Il fulcro del gioco resta invariato: il cecchinaggio è sempre il pilastro portante dell’esperienza. La meccanica del respiro trattenuto rallenta il tempo e aiuta a piazzare colpi chirurgici, accompagnati dalla spettacolare kill cam a raggi X, che immortala ossa frantumate e organi devastati in un tripudio di splatter. Il sistema di mascheramento del suono continua a essere un elemento chiave: sabotare generatori o far esplodere un veicolo nel momento giusto permette di coprire i colpi di precisione, mentre il rumore ambientale—come il rombo degli aerei o i tuoni durante una tempesta—offre momenti di pura soddisfazione tattica.

Per chi gioca in solitaria, l’unica novità sono le sette sfide Propaganda, sbloccabili trovando manifesti nella campagna. Queste brevi missioni propongono obiettivi a tempo in aree riciclate dai livelli principali, ma offrono solo un paio d’ore di svago. Il sistema di invasioni, che consente ad altri giocatori di entrare nei livelli nei panni di un cecchino nazista, è intrigante ma tende a sbilanciarsi a favore dell’invasore. Le modalità multiplayer classiche, come Sopravvivenza e Deathmatch, tornano senza grandi innovazioni, con mappe estratte dalla campagna e un matchmaking che soffre di connessioni peer-to-peer.

Graficamente, il motore Asura mostra il peso degli anni: ambienti ampi e dettagliati, ma modelli e animazioni un po’ datati. Almeno il gioco si mantiene stabile, senza crash o bug gravi, soprattutto su Steam Deck, dove l’esperienza di gioco si è dimostrata fluida e senza inciampi di alcun tipo.

Concludendo…

Sniper Elite: Resistance è un buon capitolo della serie, ma senza lo slancio delle iterazioni precedenti. Le ampie mappe sandbox offrono grande libertà, ma la campagna è più breve e le novità scarseggiano. Il feeling delle armi e le meccaniche stealth sono sempre solidi, ma senza veri miglioramenti alla formula ormai collaudata. Divertente per chi ama piazzare colpi letali da centinaia di metri, ma il franchise inizia ad aver bisogno di un’evoluzione più concreta.

CI PIACE
  • Le meccaniche di sniping restano solide e appaganti
  • Mappe sandbox ampie e ricche di possibilità tattiche
  • La kill cam a raggi X è ancora spettacolare
NON CI PIACE
  • Poche novità rispetto ai capitoli precedenti
  • La campagna è più breve del solito
  • Le sfide Propaganda sono trascurabili e poco incisive
  • Il combattimento diretto rimane il punto debole del gameplay
Conclusioni

Sniper Elite: Resistance mantiene il fascino del cecchinaggio tattico grazie alle sue mappe sandbox e alle solide meccaniche stealth, ma fatica a rinnovarsi. La campagna più breve, le novità poco incisive e un comparto multiplayer trascurato lo rendono meno memorabile rispetto ai suoi predecessori. I fan della serie troveranno comunque soddisfazione nel colpire i nazisti da lunghe distanze, ma il franchise ha bisogno di una svolta per restare davvero competitivo.

7.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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