È passato quasi un decennio da quando Josef Fares, già noto in campo cinematografico, ha fatto il suo ingresso trionfale nel mondo videoludico. Con Brothers: A Tale of Two Sons, realizzato insieme a Starbreeze Studios, Fares ha riscoperto e rilanciato un genere che negli ultimi anni aveva un po’ perso luce: quello dei titoli cooperativi. Questa esperienza pionieristica ha aperto la strada a una carriera dedicata a storie condivise, in cui la collaborazione tra giocatori diventa il fulcro dell’esperienza.

Il successo di Brothers ha tracciato il percorso per ciò che sarebbe divenuto il marchio di fabbrica di Hazelight Studios, lo studio fondato dallo stesso Fares. Dopo aver catturato l’attenzione con A Way Out, l’azienda ha ulteriormente consolidato il suo stile narrativo e ludico con It Takes Two, capolavoro che ha incantato critica e pubblico, culminando con il prestigioso premio Game of the Year ai Game Awards del 2021.

Ora, dopo circa quattro anni dal trionfo dell’ultimo titolo, ci troviamo di fronte all’ennesima sfida creativa di Josef Fares e del suo team: Split Fiction. Pubblicato sotto l’etichetta EA Originals, questo nuovo capitolo promette di esplorare ulteriormente i confini della narrazione cooperativa, mantenendo al centro l’innovazione e l’esperienza condivisa. Abbiamo avuto il privilegio di ricevere un codice review per la versione PC e, insieme, abbiamo esplorato ogni sfumatura di questa avventura.

Continuate a leggere per scoprire cosa rende Split Fiction l’ultima proposta di Hazelight Studios una sfida avvincente e originale nel panorama videoludico…

Una storia di amicizia

La trama di Split Fiction si sviluppa come un esperimento narrativo in cui innovazioni del gameplay si intrecciano con una storia originale. Sebbene non abbia l’impatto immediato di It Takes Two, il gioco sorprende per il modo in cui unisce le vicende delle sue protagoniste a meccaniche di gioco innovative. Al centro troviamo due scrittrici, Mio e Zoe, che rappresentano due mondi letterari ben distinti: una specializzata in fantascienza, l’altra dedita al fantasy.

La loro partecipazione a questo singolare esperimento è tutt’altro che casuale: una megacorporazione, la cui ambizione si nasconde dietro un velo di apparente innovazione, convoca le due artiste per mettere alla prova il potere delle loro idee. Ben presto emerge il cupo scopo dell’impresa: un macchinario ingegnoso e pericoloso, capace di privarle della linfa vitale della creatività, intrappolando ciascuna all’interno della propria narrazione. È qui che si fa strada il vero cuore della storia: costrette a confrontarsi con i limiti imposti da una realtà distorta, Mio e Zoe devono stringere un’alleanza insperata.

Durante il percorso, le protagoniste acquisiscono nuove abilità che le aiuteranno a superare una serie di sfide, mentre esplorano mondi immaginari ricchi di dettagli. In questo modo, Split Fiction mette in luce non solo l’importanza della creatività, ma anche il valore della collaborazione e della condivisione, trasformando un’avventura di fuga in una storia di amicizia e crescita reciproca.

Il marchio di fabbrica di Hazelight: la cooperazione

Da questo incipit narrativo prende forma una storia che non si limita a mettere le due protagoniste di fronte a un conflitto esterno, ma scava nelle loro personalità, nei loro trascorsi e nei motivi che le hanno portate a essere così diverse. I dialoghi tra Mio e Zoe non sono semplici scambi funzionali alla trama, ma veri e propri momenti di introspezione, capaci di rivelare gradualmente la loro crescita emotiva. Inizialmente diffidenti e in competizione, le due scrittrici si trovano a dover collaborare per sopravvivere in mondi generati dalle loro stesse idee, scoprendo a poco a poco quanto abbiano in comune. Il risultato è un legame profondo che si sviluppa in modo naturale e coinvolgente, rendendo la loro avventura non solo un viaggio attraverso universi immaginari, ma anche un percorso di crescita reciproca.

L’amicizia e la collaborazione tra Mio e Zoe non sono solo il cuore della storia, ma anche il fondamento su cui si costruiscono le meccaniche di gameplay di Split Fiction. Seppur richiamando alcune soluzioni già viste in It Takes Two, Hazelight riesce ancora una volta a proporre idee fresche e situazioni originali che mantengono il gioco sempre divertente e dinamico. La struttura è quella classica dei titoli dello studio: un’avventura cooperativa in cui due giocatori – sia in locale che online – devono affrontare sfide che richiedono coordinazione e comunicazione. Il sistema di controllo rimane estremamente accessibile, con un set di comandi essenziale e immediato: movimento, azione, salto e schivata. Non ci sono combinazioni di tasti complesse o sistemi di combattimento articolati, rendendo il gioco fruibile anche per chi non ha grande familiarità con i videogiochi.

Ciò che rende Split Fiction particolarmente interessante è la varietà di situazioni che si creano in base alla protagonista scelta. Anche se Mio e Zoe condividono le stesse basi di movimento, il modo in cui interagiscono con il mondo cambia radicalmente. Ad esempio, mentre una si ritroverà a guidare un veicolo tra scenari surreali, l’altra potrebbe essere impegnata a coprirla con un’arma improvvisata. Queste asimmetrie non solo aggiungono varietà al gameplay, ma rafforzano il tema della collaborazione, costringendo i giocatori a trovare strategie sempre nuove per superare le sfide. Non mancano poi i classici puzzle ambientali che caratterizzano lo stile di Hazelight: enigmi basati sul tempismo e sulla cooperazione, in cui i giocatori devono coordinare le loro azioni per avanzare.

Il risultato è un’esperienza che, pur prendendo spunto dalle precedenti opere dello studio e a volte risulti un po’ di “già visto”, riesce a mantenere una propria identità, offrendo momenti di gioco entusiasmanti e una narrazione che si intreccia perfettamente con le meccaniche. Split Fiction non si limita a essere un semplice titolo cooperativo, ma un’avventura capace di coinvolgere emotivamente i giocatori, spingendoli a riflettere sul valore della collaborazione e della creatività condivisa.

Da Ghostrunner a Fable

Sul fronte tecnico, Split Fiction segna un notevole passo avanti rispetto a It Takes Two, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli effetti visivi e la ricchezza dei dettagli ambientali. Sebbene il gioco debba renderizzare due scene di gameplay contemporaneamente, il che impone alcune limitazioni rispetto ai titoli AAA moderni, il risultato complessivo è comunque più che soddisfacente. Gli scenari sono vibranti e ispirati, con una direzione artistica che riesce a compensare eventuali compromessi tecnici, offrendo mondi immaginari ricchi di personalità e varietà visiva.

Uno degli aspetti più sorprendenti è la varietà degli scenari, che cambiano quasi in tempo reale, passando da avveniristiche ambientazioni sci-fi a mondi fantasy colorati e dettagliati. Il contrasto tra questi due immaginari è reso con una fluidità impressionante, dando la sensazione di trovarsi davvero all’interno delle storie di Mio e Zoe. La capacità del gioco di alternare senza soluzione di continuità tra questi due stili è a tratti strabiliante, e contribuisce a mantenere l’esperienza sempre fresca e visivamente affascinante.

Uno degli aspetti più apprezzabili è l’elevata scalabilità del titolo, che lo rende accessibile a un’ampia gamma di configurazioni hardware. La compatibilità con Steam Deck, certificata dal bollino Steam Deck Verified, ne è una chiara dimostrazione: il gioco riesce a mantenere una fluidità costante anche su hardware meno performanti, senza sacrificare troppo sul fronte estetico.

Dal punto di vista della cooperativa, Hazelight conferma la sua filosofia inclusiva, rendendo l’esperienza accessibile anche a chi non possiede una copia del gioco. Grazie al Friend Pass, un solo giocatore deve acquistare il titolo, mentre il secondo può unirsi gratuitamente scaricando l’apposito client. Il sistema è semplice e immediato, permettendo di entrare in partita senza complicazioni, un dettaglio che enfatizza ulteriormente la natura cooperativa dell’esperienza e che rappresenta uno dei punti di forza della produzione.

Concludendo…

Split Fiction conferma ancora una volta il talento di Hazelight Studios nel creare esperienze cooperative uniche, capaci di unire narrazione e gameplay in modo armonioso. Pur riprendendo alcune meccaniche già viste nei precedenti lavori dello studio, il gioco riesce a proporre situazioni sempre fresche e coinvolgenti, grazie a un level design vario e a un utilizzo intelligente della collaborazione tra i giocatori.

La storia di Mio e Zoe, inizialmente in conflitto ma costrette a cooperare per sopravvivere, si sviluppa con naturalezza, dando vita a una narrazione che riesce a bilanciare leggerezza ed emozione. L’alternanza tra mondi fantascientifici e fantasy è visivamente spettacolare, e la fluidità con cui il gioco passa da un’ambientazione all’altra è uno degli aspetti più affascinanti della produzione.

Dal punto di vista tecnico, Split Fiction fa un passo avanti rispetto a It Takes Two, mantenendo una solidità notevole anche su hardware meno performanti e offrendo un’esperienza accessibile a tutti. L’implementazione del Friend Pass sottolinea ancora una volta la volontà di Hazelight di abbattere ogni barriera e di rendere il gioco fruibile nel modo più semplice possibile.

Nonostante qualche piccola ripetitività in alcune sezioni, il titolo riesce a catturare l’attenzione dall’inizio alla fine, offrendo un’esperienza che diverte, emoziona e sorprende. Con Split Fiction, Hazelight dimostra di aver trovato una formula vincente che continua a evolversi, consolidando il suo ruolo di riferimento nel genere cooperativo. Se amate le esperienze da vivere in coppia, questo è un titolo che non dovreste lasciarvi sfuggire.

CI PIACE
  • Meccaniche di gioco che esaltano la collaborazione, rendendola il cuore dell’esperienza.
  • Il rapporto tra Mio e Zoe è ben sviluppato, con dialoghi che arricchiscono la narrazione e rendono credibile la loro evoluzione.
  • Il contrasto tra scenari sci-fi e fantasy è reso in modo spettacolare, con transizioni fluide e sorprendenti.
  • Implementazione del Friend Pass immediata, che permette di giocare in cooperativa anche a chi non possiede il gioco.
NON CI PIACE
  • Narrativamente meno d’impatto rispetto al predecessore
  • Pur introducendo idee originali, alcune meccaniche ricordano da vicino quelle di It Takes Two.
Conclusioni

Split Fiction è un’altra grande prova di Hazelight Studios, che continua a perfezionare la formula del gioco cooperativo. Pur senza stravolgere quanto visto nei titoli precedenti, il gioco riesce a offrire un’esperienza fresca e coinvolgente, grazie a un gameplay variegato, una direzione artistica ispirata e una storia capace di intrattenere ed emozionare.

9Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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