Quando I videogiochi plasmano il cinema

Da sempre il mondo videoludico rappresenta una delle maggiori fonti d’ispirazione per il cinema: le sceneggiature intriganti e le potenzialità offerte dai titoli più suggestivi offrono le basi per successi cinematografici. La saga horror Resident Evil, targata Capcom, ha ispirato a tal punto da realizzare ben tre trasposizioni cinematografiche (ed una quarta attualmente in cantiere), liberamente tratte dal videogioco, distaccandosi dalle vicende principali e aventi come protagonista la bellissima e talentuosa Milla Jovovich. La trilogia ha riscosso un successo straordinario e Capcom, non contenta, decide di stupire e accontentare i fan del videogioco sfornando un nuovo capitolo, completamente diverso e distaccato dalla trilogia.

Gli attori di Degeneretion sono, in effetti, i modelli poligonali dei protagonisti più famosi della serie che, grazie alla Computer Grafica, approdano sul grande schermo, realizzando i sogni di milioni di seguaci di Resident Evil e della sua avvincente storia.

Un gioco tutto da vedere

Degeneration è il primo film della serie, realizzato interamente in computer grafica. Annunciato in un comunicato stampa il 29 ottobre 2007 in Giappone da Capcom e Sony Pictures Entertainment Japan, il film è uscito il 18 ottobre 2008 in Giappone e distribuito nel resto del mondo su DVD, Blue Ray e Umd.

Il film vanta  una trama inedita, volta a colmare i vuoti della storyline principale, tra gli eventi successivi la distruzione di Raccoon City e Resident Evil 5.

Ambientato nell’autunno 2005, Resident Evil Degeneration ha come protagonisti Claire Redfield e Leon Kennedy, i due eroi di Resident Evil 2.

Resident Evil: Degeneration** è ambientato più precisamente sette anni dopo l’incidente di Raccoon City, costato la distruzione della città e il tracollo finanziario dell’ Umbrella Corporation, responsabile del contagio di un temibile agente virale, il T-virus, che trasforma la popolazione in **non morti.

Sette anni dopo questi avvenimenti, in un aeroporto degli Stati Uniti, il virus viene nuovamente a contatto col mondo, ad opera di un gruppo di terroristi che libera uno zombie seminando il panico nell’aeroporto di Herbertville e costringendo alla chiusura stessa del terminale per contenere il contagio.

Claire Redfied, divenuta membro di una Ngo (Organizzazione Non Governativa) che sostiene le vittime del bioterrorismo, si trova “casualmente” in questo aeroporto, mentre Leon Kennedy è l’agente inviato sul luogo, incaricato di contenere l’infezione. Il tempo limite concesso per risolvere la situazione è di quattro ore.

Alle due storiche figure della saga si aggiungono personaggi totalmente inediti ma che hanno molto da condividere con i segreti di Raccoon City e della Umbrella Corporation.

La prima parte del film è in puro stile Biohazard (il titolo di Resident Evil in Giappone): sembra di assistere alla visione delle sequenze  di intermezzo di un capitolo della saga. La visione risulta sin dai primi istanti interessante poiché immerge il pubblico nel bel mezzo delle vicende che fanno da ponte di collegamento tra il primo e il quinto capitolo della saga. Ci sono gli zombie, i buoni, i cattivi e il boss finale, come se fosse un nuovo capitolo videoludico. Il ritmo alterna fasi di sparatorie cruente a esplorazioni dell’ambiente circostante.

La trama portante inizialmente cattura durante la prima fase della visone, grazie alle sparatorie e alla fuga dai famelici zombie. Tuttavia la seconda metà risulta un po’ fiacca, tutta incentrata sull’investigazione.

Ma il finale, incalzante e che lascia domande, tipico della serie, risolleva non poco l’interesse della visione.

La grafica raggiunge picchi di eccellenza e realismo, in modo particolare nei volti dei personaggi e negli effetti di luce. Alcuni modelli poligonali sfiorano il realismo totale; altri ancora, inspiegabilmente, sono però di bassa fattura. Si tratta tuttavia di un particolare trascurabile e che non rovina affatto la resa grafica, che si mantiene su livelli tecnici altissimi. Gli effetti particellari sono di ottima fattura, e gli effetti speciali come il fuoco, l’acqua, le esplosioni ma soprattutto il design delle creature batteriologiche contaminate dal virus sono le migliori mai realizzate.

Il doppiaggio immerge totalmente nell’azione: sia quello americano (i doppiatori dei protagonisti sono gli stessi del videogioco) che quello italiano vantano una professionalità e un’interpretazione impagabile che convince fino ai titoli di coda. La colonna sonora è composta da pezzi rock incalzanti durante le sparatorie per sottolinearne il ritmo concitato: vengono sfoggiate anche musiche e suoni evocativi durante i dialoghi dei personaggi e i colpi di scena. Gli effetti sonori funzionano a meraviglia: i lamenti degli zombie, le sparatorie e le urla sono tutto ciò che di più bello si può udire in un capitolo di Resident Evil.

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